Distante dal centro storico del paese, lungo lastrada che porta a Pietrafitta, sorge il Santuario dedicato a Sant’Ippolito martire. La facciata della chiesa ricorda quella di un tempio greco-romano: sei colonne con capitello corinzio sorreggono il timpano, nel quale è collocato un orologio. Alla parte posteriore della chiesa è stato affiancato il campanile, la cui cuspide porta ancora traccia delle decorazioni in maiolica, mentre sul lato sinistro si trova la casa parrocchiale.
All’interno la chiesa è costituita da una sola navata. Lungo le pareti laterali si trovano quattro altari in marmo, due per lato, sopra i quali si ammirano altrettante tele. Sul primo altare a destra è posta una tela raffigurante una Madonna col Bambino, sul secondo una con San Francesco di Paola. Il primo altare a sinistra è dedicato a Santa Lucia, titolare della parrocchia, mentre sul secondouna tela rappresenta il martirio di Sant’Ippolito che, legato a due cavalli, viene trascinato. In fondo alla navata si apre un’abside di forma quadrata.L’altare maggiore è in marmi policromi, dei primi del novecento. Su di esso, affiancata da due angeli portacandele, è posta una tela raffigurante Sant’Ippolito sul suo cavallo attribuibile (L. Bilotto) a Rocco Ferrari, autore anche delle due tele con Santa Lucia ed il martirio del Santo. Sulla volta del presbiterio, un affresco di S. Presta del 1908, rappresenta Sant’Ippolito in gloria, circondato da angeli. La volta della navata è decorata con stucchi e con degli affreschi: due tondi ritraggono la madonna di Pompei e il papa San Sisto II, al centro un affresco con un Arcangelo, datato 1911 e firmato da Rocco Ferrari.
La statua del Santo patrono è collocata in una nicchia sporgente, a sinistra dell’arco del presbiterio. È un busto ligneo, del XVIII secolo, che raffigura Sant’Ippolitoon l’armatura da soldato romano, completo di un bell’elmo in metallo. Con la mano destra regge la palma, simbolo del martirio, mentre la mano sinistra è poggiata sul cuore. Il busto è posto in un baldacchino di metallo dorato, sorretto da quattro colonnine, nella cui base si inseriscono le sbarre in legno che servono a portare la statua in processione. Nel 2003 un restauro ha ridato alla scultura i suoi colori originali.
Nel santuario si vedono poi la statua lignea di Santa Lucia, proveniente dalla chiesa parrocchiale al momento chiusa, ed una recente statua della Madonna del Carmine. All’entrata, vicino all’acquasantiera in marmo di fine ‘800, è posto un grande crocefisso in cartapesta. In Santuario è poi conservata una reliquia di Sant’Ippolito: si tratta di un piccolo frammento d’osso, chiuso in un elegante reliquiario.
La devozione a Sant’Ippolito in questa frazione di Cosenza è antichissima, basti pensare che il paese ha assunto da secoli, forse dalla sua fondazione, il nome del santo. Anche la presenza delSantuario deve farsi risalire molto indietro nel tempo, anche se, dal punto di vista architettonico,quello che si vede oggi risale a fine XIX, inizi XX secolo.
I vari terremoti che si sono succeduti hanno, infatti, danneggiato la forma originaria, ed i rifacimenti cui fu sottoposto ne hanno stravolto struttura, uno tra tutti il terremoto del 2 febbraio 1854, che lo rase quasi al suolo. In un terremoto ha origine la festa votiva dell’8 marzo in onore del Santo, quello del 1832, avvenuto in quel giorno. La festa principale viene celebrata il 13 di Agosto, che tradizionalmente è il giorno in cui Sant’Ippolito venne martirizzato.